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Ho pianto.


Ho pianto di fronte a un uomo che non avevo mai visto prima, soltanto perchè mi ha chiesto di cercare dentro di me qualcosa che mi aveva resa felice, ovvero che mi aveva fatta sentire viva, speciale. Ho pensato a mio figlio. Subito dopo ho pensato a mio padre.


Due ricordi. E poi qualche lacrima maldestramente nascosta.


Non potevo dirgli che piangevo perchè scavando dentro per trovare i miei momenti felici, non ho pensato subito a mio marito.


Non potevo, perchè mi avrebbe baciato. E io avrei risposto al bacio. Non potevo.


Per fortuna avevo i capelli sciolti, e c’era un po’ d’aria, in quella piazza deserta, sui gradini della chiesa illuminata. Intorno, le colline impunturate di viti. Le colline di casa mia. Il mio posto, la mia vita, i miei ricordi. Da adesso anche questo: il primo rimpianto che non brucia come tutti gli altri.


Per fortuna c’era vento, così non s’è visto nulla.

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Un commento su “titolo

  1. CPNFR il said:

    Credo che ognuno di noi sia speciale e unico, a modo suo.
    Quello che non hai fatto in quella piazza è stata una scelta razionale, resta da capire se tu ti consideri tale o ti stai “frenando”. Se fosse così, a prescindere da chi fosse quell’uomo, avresti sbagliato; verso la tua natura.
    Comunque le lacrime sono emozioni vere e pure al 100%: siine felice!

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